Lucia viene caricata su una portantina e, assieme alla vecchia incaricata dall'Innominato di farle coraggio, è trasportata al castello. Le preghiere di Lucia non commuovono la donna, ma le portano alla mente una religiosità dimenticata. Il Nibbio intanto corre dal suo signore per riferirgli l'esito della missione e confida al suo padrone di aver provato compassione per Lucia. Sorpreso dalle dichiarazioni del bravo, l'Innominato decide di vedere di persona la fanciulla. Lucia prega il nobile di liberarla, ricordandogli il perdono divino quale compenso per gli atti di misericordia. L'Innominato, sempre più turbato dalle preghiere della giovane, lascia intuire che la libererà l'indomani. Lucia rimane sola con la vecchia servitrice dell'Innominato, la quale, tra lo stizzito e il terrorizzato, cerca, in modo un po' goffo, di farle coraggio. La fanciulla rifiuta però il cibo e il letto preparati per lei e rimane accucciata a terra. Lucia resta in una condizione di dormiveglia e nella sua mente si affollano le immagini terribili della giornata. Risvegliatasi poi completamente, ella inizia a pregare e, in cambio della liberazione da quella prigione, fa voto di castità alla Madonna. Infine, rasserenata, si addormenta all'alba. Dopo il colloquio con Lucia, l'Innominato non riesce a liberarsi dall'immagine della fanciulla. Messosi a letto, egli cerca di recuperare il temperamento di un tempo, ma ogni pensiero di imprese criminose gli riesce sgradevole. Il futuro gli si presenta privo di interesse e il passato diventa una fonte inesauribile di rimorsi. Giunto ormai alla disperazione, si appresta al suicidio, ma l'eventualità che esista una vita eterna lo induce a desistere. Il ricordo delle parole di Lucia sul perdono divino riaccende però in lui la speranza. L'Innominato decide che libererà la fanciulla il giorno successivo. All'alba, il nobile sente un suono allegro di campane e vede gente festosa nella valle. Incuriosito egli incarica un suo bravo di verificare le ragioni di tanta animazione.

Il capitolo è ambientato nel castello dell’Innominato nella notte di sabato 9 dicembre 1628 e la mattina di domenica 10.

Sono presenti 5 sequenze, nelle prime 3 è presente un ritmo veloce con frasi minime, mentre nella 4 e 5 sequenza è presente un’ampia descrizione della notte travagliata di Lucia:

1. Rapimento di Lucia e l’incontro con la vecchia alla Malanotte.
2. Il protagonista è il Nibbio, egli prova un sentimento di compassione per Lucia, e quindi decide di liberarsene subito. Parla con l’Innominato del suo sentimento.
3. L’innominato, dopo il colloquio con il Nibbio, decide di fare visita alla giovane Lucia.
4. Lucia fa un voto di castità alla madonna perché la salvi, promettendo che se sarebbe uscita viva da quella faccenda, avrebbe rinunciato al suo amore per Renzo.
5. L’Innominato trascorre una notte orribile, piena di rimorsi, sta per uccidersi quando scopre che il cardinale Federigo Borromeo è in paese (quasi per volere divino).