L'isola di Arturo

TEMI:
Il tema principale del libro è la Formazione di Arturo Gerace, ci sono anche temi secondari come la noia, la disperazione e la gelosia, l’amicizia e il dolore.
Il narratore in questo libro è neutrale nel senso che  non fa considerazioni proprie e non accusa o favorisce nessun personaggio.
Tra il tema principale e Arturo c’è una relazione forte in quanto lui si trova di fronte a degli avvenimenti che mutano la sua formazione.
TESTO:
Nel testo del libro prevale l’intreccio.
Le vicende arrivano in una situazione di spannung, cioè a momento di massima tensione, scena finale.
Il narratore del libro è interno cioè racconta la vicenda in prima persona (Io narrante).
La focalizzazione è il punto di vista cioè la prospettiva con cui è narrata la storia: focalizzazione interna cioè il racconto è filtrato dalla prospettiva del protagonista. Lo spazio è sia interno (la casa dei guaglioni, la casa di Assuntina, la grotta) e anche esterno (L’isola e il mare di Procida).
L’autore fa prolessi, cioè anticipazioni, ma anche pause, nel quale il narratore riflette e descrive.
Prevale il Discorso Diretto come il Discorso Indiretto.

PERSONAGGI:
Il protagonista è Arturo Gerace, un ragazzo originario dell’isola di Procida, un’isola nei dintorni di Napoli.
Orfano di madre, vive fin dall’infanzia solo sull’isola. È moro, si ritiene bruttino ma all’inizio con una voce da Soprano, poi però infine con una voce da Tenore. È molto interessato delle novità, e cerca sempre di sapere tutto. Gli altri personaggi principali sono:
Wilhelm Gerace: È il padre di Arturo, da lui è considerato un eroe. Viaggia molto per lavoro, anche se esso è sconosciuto. Verso la fine del libro si scopre che in realtà andava a Napoli e nei dintorni, ma non si allontanava mai dalla vista di Procida .
Nunziatella: È la matrigna di Arturo. Arturo nel libro la chiama con N. o con Nunz. Per gli era strano pronunciare il suo nome.
Carmine Arturo Gerace: È il fratellastro di Arturo.Nato nel matrimonio tra Wilhelm e Nunziatella.
Assuntina: È la ragazza di Arturo. Era vedova e comare di sua madre.
Silvestro: È il balio di Arturo, l’ha curato quando era piccolo, e se ne andò per fare militare e divenne soldato. Alla fine del libro torna a fare gli auguri ad Arturo e in fondo è anche il suo vero unico amico.

RIASSUNTO:
1938. Arturo Gerace è nato sull'isola di Procida e vive lì tutta l’infanzia e l’adolescenza. L'isola racchiude tutto il suo mondo, e tutti gli altri posti esistono per lui solo nella dimensione della leggenda. Passa il suo tempo a leggere storie sugli “eccellenti condottieri”, a studiare l’atlante per progettare i suoi viaggi futuri e a fare fantasie sulla figura del padre che crede il più grande eroe della storia. Tutto ciò che è legato al padre Wilhelm per lui è sacro. Anche gli amici del padre sono per lui delle figure mitiche: il solo fatto di essere stati degni di amicizia li rende ai suoi occhi delle persone straordinarie.
Arturo è orfano della madre e non ha mai conosciuto una donna: nei momenti di assenza del padre vive esclusivamente in compagnia della sua cagna Immacolatella a cui è molto legato. Quando il padre porta a casa Nunziata, una nuova sposa, Arturo ne è inconsapevolmente attratto e prova sentimenti contrastanti che non riesce a spiegarsi; non riesce nemmeno a chiamarla per nome reputandola, almeno all'inizio, un essere brutto e inferiore e non tollerando che ella possa sostituirsi alla madre defunta. Nelle lunghe assenze del padre sono loro soli a vivere nella grande casa. Nunziata cerca di instaurare un rapporto con Arturo, ma lui, geloso delle attenzioni che Wilhelm le riserva nei primi mesi di matrimonio, oppone un muro impenetrabile.
Tutto cambia quando a loro si aggiunge il piccolo Carmine Arturo Gerace, il figlio di Nunziatella e del padre. Durante la notte del travaglio, Arturo sente Nunziata urlare e disperarsi, ha il terrore che, come sua madre, anche la matrigna possa morire di parto. Solo allora incomincia a capire cosa prova veramente per lei.
Dopo la nascita, Nunziatella si dedica completamente a Carmine e Arturo ne diventa terribilmente geloso. Così, per attirare l'attenzione di Nunziatella, decide di tentare il suicidio ingurgitando delle pastiglie di sonnifero lasciate incustodite dal padre. Tuttavia Arturo non muore, ma trascorre dei giorni a letto in un torpore surreale durante i quali Nunziatella lo ricopre di attenzioni. Appena guarito e dopo aver maturato la consapevolezza di essere innamorato di Nunziatella, Arturo cerca di baciarla, deteriorando per sempre il loro rapporto.
Ormai completamente ignorato dalla matrigna, Arturo fa conoscenza di un'amica di Nunziatella, Assunta, che diventa l'amante con la quale il ragazzo cerca di sfogare l'amore represso verso Nunziatella; scopre tuttavia di non essere l'unico amante della donna. A tutto ciò si aggiunge la delusione più grande, quella ricevuta dal padre. Egli arriva persino a dimenticare il sedicesimo compleanno del figlio, dando in questo modo suprema prova di disinteresse. Inoltre, come Arturo scopre parlando con un amico del padre, Wilhelm non è il grande eroe che il ragazzo aveva sempre adorato fin dall'infanzia, e i suoi misteriosi viaggi non sono epiche avventure ma soggiorni non più lontano di Napoli.
Ormai, deluso da tutti, Arturo non ha più motivo di rimanere sull'isola e si arruola volontario nella seconda guerra mondiale, insieme all'amico Silvestro, per non rimettere mai più piede a Procida.

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